Alpine, come bruciare milioni per un disastro sportivo 

By Angelo Coppola

L’A524 è un autentico disastro e su questo siamo tutti d’accordo. Che invece dietro questo progetto ci fosse un ingente investimento bruciato completamente in pochi lo percepiscono. A Viry Chatillon regna la bufera con tecnici storici che dicono addio e virano verso altre mete. Ultimo in ordine di tempo: vedasi il caso di Bob Bell che ha ritrovato Fernando Alonso in Aston Martin dopo i titoli 2005 e 2006 con Renault.

Se Luca De Meo, capo del gruppo Renault, gongola perché la Scenic E-Tech è votata come Auto dell’Anno 2024, ma in pista vediamo tutt’altro. Da Silverstone 2023 Alpine naviga in acque pericolose, subito dopo la cacciata di Szafnauer e l’avvicendamento con Bruno Famin. E non solo: Pat Fry è passato in Williams, Alan Permane dopo 34 anni collabora con RB a Faenza. In poche parole: tutti gli uomini chiave sono andati via.

Il piano attuale di Famin è quello di valorizzare il capitale umano di cui dispone, ma è pronto ad una ristrutturazione del progetto. Infatti, come riporta Motorsport.com, diversi ingegneri sono in arrivo a Viry Chatillon e ad Enstone, per lavorare alla Power Unit del 2026. Poi chissà, magari resteranno nel Circus solo come motoristi, come suggerisce la testata giornalistica di lungo corso. Infatti, non è da escludere o sottovalutare un eventuale addio del marchio, che dal suo rientro ufficiale avvenuto nel 2016 ha raccolto solo magre figure e sporadiche apparizioni al top.

Il punto è che, come suggerisce il titolo, dal ritorno avvenuto nel 2016 ad oggi il gruppo Renault ha solo fatto magre figure. Tanti i milioni bruciati per un progetto che non ha mai visto il suo apice, tanti i suoi bassi e pochi i suoi alti, come il successo di Ocon in Ungheria nel 2021 o i due terzi posti di Ricciardo nel 2020. Troppo poco per una casa che ha la stessa forza economica di Ferrari, Mercedes e Red Bull.

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