ESCLUSIVA – De Rosa: “QJ Motor? Sogno il podio con il 5º marchio differente”

By Mattia Zannoni
Uno dei temi che ha suscitato maggiore curiosità tra gli appassionati nel Round disputatosi al Montmelò è stato il debutto della prima casa costruttrice cinese in Supersport. La squadra, almeno per il momento, parteciperà alle gare senza poter prendere punti iridati fino al conseguimento dell’omologazione. Questa situazione in Superbike ha già un precedente, quello di Bimota nel 2014. Per questo motivo abbiamo deciso di fare due chiacchere con Raffaele De Rosa, alfiere della debuttante QJ Motor. Il pilota napoletano si è gentilmente prestato per rispondere alle nostre domande.
 
Come nasce il progetto e quali sono state le motivazioni dietro la tua scelta?<br>
“Questo inverno non è stato facile prendere una decisione. La priorità per me era trovare un team dove poter lavorare bene. La Supersport è la categoria dove ho più esperienza. L’ho vissuta sia in alto che in basso. A questo punto della mia carriera o trovavo una squadra per puntare a vincere, che erano già impegnate, o correre col rischio di fare numero non mi motivava più. Volevo un top team e quello in cui sono ora lo è, non siamo ancora competitivi ma ci stiamo lavorando. Sono già abbastanza soddisfatto, lavoriamo ignorando il risultato e siamo l’unico Team Ufficiale in Supersport”.


Com’è strutturata la squadra? Quanto è diretto il coinvolgimento della casa costruttrice?

“Sin dall’inverno siamo stati affiancati da ingegneri cinesi che hanno seguito il progetto direttamente qui in Italia. Il team è italiano ma il coinvolgimento della casa è forte, sono presenti e ci aiutano in tutti i campi. È un inizio nel mondo delle corse per loro. L’obiettivo prefissato è la Superbike. Vogliono accellerare i tempi. In un progetto normale forse avremmo dovuto debuttare nel 2025. Invece in 2 mesi abbiamo portato la moto in pista. In termini di risultati nell’immediato sicuramente non è la strada migliore, per portare avanti lo sviluppo invece sì, le gare sono il nostro banco di prova”.

Com’è essere al centro dello sviluppo di una moto nuova? La tua esperienza nel Motomondiale ti torna utile?

“Sicuramente. Questa situazione mi ricorda il lavoro svolto nel primo anno di Moto2 quando il nostro team, Tech3, correva con la Mistral. Una moto super artigianale che Guy Culon, ingegnere dalla grandissima esperienza, preparava a casa saldando in prima persona il telaio in alluminio. Forse oggi è ancora più difficile, devi tenere conto che la moto è di serie e possiamo solo modificare ed evolvere quello che già esiste nei limiti dell’omologazione. Non si possono creare pezzi nuovi da zero come invece potevamo fare coi prototipi”.

Veniamo al fine settimana di Barcellona. Che tipo di problemi tecnici ci sono stati durante il venerdì e il sabato in Gara 1?

“Il problema che ci ha colpito è stato sempre lo stesso. Non si trattava di una parte prodotta da noi o dalla casa madre, ma da un componente esterno che si compra da terzi. Seppur sacrificando dei turni siamo riusciti comunque a risolverlo. Non avendo mai potuto provare la moto in versione da Gara prima del fine settimana il rischio era che capitasse proprio quello che ci è successo. Penso che per qualsiasi altra squadra sarebbe stata follia pensare di essere presenti alla prima gara. Il team si è fatto in quattro”.

Abbiamo assistito a una crescita costante durante i 3 giorni. Te la senti di fare un bilancio del primo fine settimana?

“Sono già abbastanza soddisfatto, in Gara 2 siamo arrivati vicini al gruppo. L’obiettivo principale per la gara era riuscire a fare più Km possibili e cogliere il maggior numero di informazioni. Abbiamo chiaro dove intervenire. Il nuovo format del weekend non aiuta, giriamo veramente poco, forse meno della metà della Superbike”.
 
In Supersport hai grande esperienza, hai corso con 4 case diverse e con tutte sei andato a podio. Sapresti dirmi un punto di forza di questa moto e uno su cui più di tutti c’è da lavorare?

“Punti di forza non ne abbiamo al momento. Un pregio della moto in versione stock è sicuramente la stabilità, questa però non è una cosa che ti fa andare più forte quindi non è tanto funzionale alla pista. L’aerodinamica e la potenza del motore sono due aree su cui dobbiamo lavorare tanto per fare un passo avanti. Per quanto riguarda il motore ne eravamo già pienamente consapevoli”.


Cosa prevede adesso la vostra tabella di lavoro? Farete dei test oltre le gare?

“Abbiamo tante idee. Per quanto riguarda lo sviluppo di questa moto potremo progredire di poco. Probabilmente inizieremo già a lavorare su un progetto nuovo a stagione in corso muovendoci così in due direzioni. La moto in configurazione da gara per regolamento può essere usata poche volte durante l’anno al di fuori dei fine settimana e questo per noi è certamente un limite”.

Seguendo l’esempio di altri protagonisti del Mondiale Supersport pensi che vi vedremo in pista anche nel CIV?

“Siamo intenzionati a prendere parte a qualche Round del National Trophy 600 perché lì sì corre con pneumatici Pirelli come nel mondiale. Non ha molto senso invece provare nel CIV Supersport, che è equipaggiato con pneumatici Dunlop”.

Quale obiettivo ti poni per questa stagione?

“Un obiettivo realistico quest’anno penso sia quello di ottenere i primi punti, magari lottare per il titolo del WorldSSP Challenge a cui siamo iscritti all’interno del Mondiale”.


E invece il sogno?

“Ottenere il podio con la 5ª diversa casa costruttrice”.

Prima di salutarci, volevo chiederti la tua opinione in merito all’arrivo di Liberty Media.

“Ai vertici rimangono sempre le stesse persone, chi prende le decisioni non cambierà e non penso ci saranno grandi rivoluzioni. Diversamente da quando Dorna acquisì la Superbike. Penso che una cosa su cui potranno aiutare però sarà il ritorno a un respiro più internazionale per il campionato. Quest’anno avere una sola tappa extra europea è stato strano”.


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